MANTOVA
Città
d'arte patrimonio dell'Unesco
...alla corte dei Gonzaga
Mantova si
trova nella regione Lombardia,
non lontano dal confine con le
regioni Veneto ed Emilia-Romagna
Dal luglio 2008 la città d'arte
lombarda con Sabbioneta,
entrambe accomunate dall'eredità
loro lasciata dai Gonzaga che ne
hanno fatto tra i principali
centri del Rinascimento italiano
ed europeo, è stata inserita
nella lista dei patrimoni
dell'umanità dell'UNESCO.
Idrografia
Nel XII secolo l'architetto ed
ingegnere idraulico Alberto
Pitentino, su incarico del
Comune di Mantova, organizzò un
sistema di difesa della città
curando la sistemazione del
fiume Mincio in modo da
circondare completamente il
centro abitato con quattro
specchi d'acqua, così da formare
quattro laghi: Superiore, di
Mezzo, Inferiore e Paiolo;
Mantova, di fatto, era un'isola.
Alla campagna si accedeva
attraverso due ponti - il Ponte
dei Mulini e il Ponte di San
Giorgio - ancora esistenti.
In età comunale venne tracciato
il Rio, un canale che taglia in
due la città, collegando il lago
Inferiore a quello Superiore.
Altre dighe e chiuse
consentirono un'adeguata difesa
dalle acque.
![Mantova, Rio Sottoriva rio sottoriva](mantova/Mantova_foto-200/Mantova_Rio_Sottoriva.jpg)
Nel XVII secolo una forte
inondazione diede inizio ad una
rapida decadenza: il Mincio,
trasportando i materiali solidi,
trasformò i laghi in paludi
malsane che condizionarono ogni
ulteriore sviluppo; fu
prosciugato, allora, il lago
Paiolo a sud, in modo che la
città restò bagnata dall'acqua
solo su tre lati - come una
penisola - ed oggi ancora si
presenta così.
Sono, quindi, tre gli specchi
d'acqua, non d'origine naturale,
ricavati nell'ansa del fiume
Mincio che danno a Mantova una
caratteristica del tutto
particolare, che ad alcuni
sembra quasi magica in quanto
compare come una città nata
dall'acqua. Nel 1984 è stato
istituito il Parco del Mincio di
cui il territorio del Comune di
Mantova fa parte.
![Mantova, navigazione fluviale navigazione fluviale](mantova/Mantova_foto-200/Mantova_Navigazione.gif)
Flora e Fauna
Flora e fauna del territorio
ruotano inevitabilmente attorno
all'imponente presenza a Mantova
dei laghi e delle acque che la
cingono. Sorprendentemente nei
laghi mantovani sono presenti i
fiori di loto (Nelumbo
nucifera), originari del Sud Est
asiatico.
Dalle sponde del parco pubblico
di Belfiore, sul lago Superiore,
è ben visibile l'isola
galleggiante dei fiori di loto
con la spettacolare fioritura in
luglio-agosto-settembre.
La loro bellezza è indubbia ma
dal punto di vista ambientale
l'introduzione del fior di loto
è stata un'operazione
discutibile dato che si tratta
di una specie aliena dotata di
forte capacità infestante che fa
sì che siano oggetto di massicci
interventi periodici di sfalcio
per preservare l'integrità dei
laghi. La loro introduzione in
Italia è opera nel 1914 dei
padri Saveriani di Parma che
decisero di utilizzare la fecola
ottenuta dai rizomi a scopo
alimentare, come da secoli
facevano i cinesi.
Anna Maria Pellegreffi, giovane
laureata in Scienze Naturali si
occupò del trapianto dei rizomi
nel Lago Superiore di Mantova
nel
1921.
La farina non ebbe successo
nella cucina mantovana ma il
fiore colonizzò i laghi. Il
paesaggio emozionante e surreale
che la distesa di fiori di loto
concorre a creare ha dato vita
anche a una leggenda sulla loro
nascita in territorio.
![Mantova, fioritura delle ninfee ninfee](mantova/Mantova_foto-200/Mantova_fauna.jpg)
Si racconta che un giovane
viaggiando per l'oriente conobbe
una ragazza dagli occhi a
mandorla e con la pelle
profumata come i petali del fior
di loto. Venuta a Mantova, la
povera ragazza, nello
specchiarsi nel lago, vi cadde,
perdendo la vita. Il ragazzo
allora gettò dei semi del fiore
nel lago in modo che, fiorendo
ogni estate, potessero ricordare
con il loro profumo e la loro
delicata bellezza la sua sposa e
sconfitto dal dolore si tolse la
vita sparendo anch'egli nelle
acque del lago.
Oltre al re incontrastato del
lago, è facile vedere le specie
autoctone come la castagna
d'acqua (Trapa natans), detta
anche trigol,
particolarmente sviluppata sul
lago di Mezzo con i suoi frutti
forma di piramide e
commestibili, le isolette di
ranuncolo d'acqua
(Nuphar luteum) con i loro fiori
di colore giallo dorato, che
aprendosi solo in parte
mantengono la particolare forma
rotondeggiante e le ninfee
bianche con uno splendido fiore
profumato che forma
raggruppamenti vegetali assieme
alle altre ninfee ed erbe
galleggianti (morso di rana,
salvinia, Ceratophyllum demersum
etc).
Sul margine, assieme alle canne
palustri, salici piangenti e
cariceti (la famosa carésa
utilizzata per impagliare sedie
e confezionare cappelli e altri
prodotti artigianali), cresce
l'ibisco di palude, autoctono e
molto raro, che si trova oltre
che nelle Valli del Mincio solo
in Toscana, Friuli e Veneto.
Ormai scomparsa in questi
territori, come in quasi in
tutta Italia, la scargia.
Gli uccelli trovano nei canneti
e nelle acque del territorio
palustre il luogo ideale per
deporre le uova e trovare cibo.
È la fauna aviare quindi quella
più rappresentativa della zona
anche più limitrofa alla città.
L'airone rosso, le gallinelle
d'acqua, le folaghe con tipico
piumaggio nero in contrasto con
il bianco che si estende sulla
regione
frontale, e altri anseriformi
utilizzano il lago per
"fabbricare" nidi galleggianti
al limitare del canneto sulla
riva o su accumuli vegetali mai
troppo a largo, l'airone
cenerino invece, nidifica sugli
alberi vicini ai numerosi corsi
d'acqua per l'irrigazione che si
ramificano per i campi della
provincia, luoghi di
nidificazione e di caccia anche
delle poiane dei tarabusi e
delle più "riservate" civette.
![Mantova, lago superiore lago superiore](mantova/Mantova_foto-200/Mantova_lago_superiore.jpg)
La famiglia degli aironi
presenti nelle acque del Parco
del Mincio, oltre al rosso e al
cenerino comprende anche le
garzette, svassi, sgarze
ciuffetto e le nitticore.
Solitamente questi uccelli si
osservavano solo nei mesi tra
aprile e settembre perché specie
migratorie, ma negli ultimi anni
hanno preferito sostare anche
d'inverno.
Tra le canne si nascondono i
nidi della cannaiola e del
basettino. Ma le dolci acque del
lago e delle paludi del Mincio e
del Po sono popolate anche dal
pesce gatto, tinca, carpa,
persico, anguilla e luccio.
È possibile navigare i laghi di
Mantova, con crociere che
permettono di vedere tutta la
città dall'acqua. Unendo
l'aspetto storico,
artistico e architettonico alla
natura di un'oasi naturale più
unica che rara.
Lepri, fagiani e volpi possono
essere i protagonisti di qualche
incontro notturno nelle campagne
mantovane.
Rimpinzate dalle generose mani
dei visitatori anche anatre e
cigni sono da annoverare tra le
specie presenti in "suolo"
virgiliano,
popolando, ormai senza troppi
timori della presenza umana, le
sponde dei laghi e regalando un
forse inatteso contatto con la
natura al turista della città
d'arte.
Mantova la città-palazzo
Palazzo Ducale
![Mantova, Palazzo Ducale palazzo ducale](mantova/Mantova_foto-200/Mantova_Palazzo_Ducale.gif)
Il Palazzo Ducale di Mantova,
noto anche come reggia dei
Gonzaga, è uno dei principali
edifici storici cittadini.
Dal 1308 è stata la residenza
ufficiale dei signori di
Mantova, i Bonacolsi, e quindi
la residenza principale dei
Gonzaga, signori,
marchesi ed infine duchi della
città virgiliana.
Ospitava il Gonzaga dominante
del tempo, sua moglie, il figlio
legittimo primogenito e gli
altri figli legittimi sino alla
maggiore età nonché gli ospiti
importanti. Assunse la
denominazione di Palazzo Reale
durante la dominazione austriaca
a partire dall'epoca di Maria
Teresa d'Austria regnante.
Ambienti distinti e separati tra
loro furono costruiti in epoche
diverse a partire dal XIII
secolo, inizialmente per opera
della famiglia
Bonacolsi successivamente su
impulso dei Gonzaga. Fu il duca
Guglielmo ad incaricare il
prefetto delle Fabbriche Giovan
Battista Bertani perché
collegasse i vari edifici in
forma organica così da creare, a
partire dal 1556, un unico
grandioso complesso monumentale
e architettonico, uno dei più
vasti d'Europa (34.000 m² circa,
che si estendeva tra la riva del
lago Inferiore e Piazza
Sordello, l'antica Piazza di San
Pietro.
Morto Bertani nel 1576, l'opera
fu proseguita da Bernardino
Facciotto che completò
l'integrazione di giardini,
piazze, loggiati, gallerie,
esedre e cortili, fissando
definitivamente l'aspetto della
residenza ducale.
L'interno del palazzo è quasi
spoglio poiché, in seguito a
ristrettezze finanziarie i
Gonzaga, iniziando dal duca
Ferdinando,
alienarono opere d'arte
(soprattutto a Carlo I
d'Inghilterra) e arredi, mentre
di quanto rimase, una parte fu
successivamente sottratta in
epoca napoleonica.
...Altri palazzi e
dimore storiche
![Mantova, Castello San Giorgio san giorgio](mantova/Mantova_foto-200/Mantova_Castello_San_Giorgio.jpg)
Palazzo Te (1525), Palazzo
della Regione (1242), Palazzo di
San Sebastiano (1506/1508),
Palazzo Bonacolosi (1272),
Palazzo del Podestà (1227),
Palazzo d'Arco (1784), Casa del
Mantegna, Casa del Rigoletto
(dove Verdi ne musicò la storia)
e altri ancora
insieme ad diversi edifici di
culto.Da Wikipedia,
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