Porto
Cesareo - Sant’Isidoro,Nardò (LE) Mar Ionio - Salento,Puglia
Porto Cesareo è un comune della provincia di Lecce. Situato sul mar
Ionio, dista dal capoluogo 28 km in direzione ovest
Storia
Ai tempi dei romani si chiamava Portus Sasinae (periodo di cui non
resta nessuna traccia, se si escludono sette colonne monolitiche di
marmo cipollino
immerse nel mare), quando era un importante scalo portuale per il
commercio dei prodotti agricoli delle ricche zone interne. In realtà
il luogo era già abitato in
epoca preistorica (villaggio sulla Penisola della Strea) e
successivamente nell'Età del Bronzo da marinai di provenienza greca
(ritrovamenti in località "Scalo di Furno" di vari cimeli, tra cui
statuette votive, e di un'area dedicata al culto della dea Thana).

Cadde nell'abbandono a causa delle scorrerie dei pirati e
dell'impaludamento della zona fino all'arrivo, intorno all'anno
Mille, di alcuni monaci basiliani che vi
costruirono un'abbazia che utilizzarono sino al XV secolo, periodo
in cui la località passò di proprietà dagli Orsini del Balzo,
principi di Taranto, agli Acquaviva,
duchi di Nardò, e si sviluppò come porto per il commercio
soprattutto di olio e grano, dapprima verso la Sicilia, per poi
ampliare al resto delle grandi Repubbliche
marinare di quell'epoca. Fu anche in quel periodo che iniziò la
costruzione, a difesa dai nemici provenienti dal mare,
dell'importante "Torre Cesarea" e di tutte le
altre torri costiere di cui è ancora ricca la fascia costiera ionica
salentina.
Dopo un nuovo periodo di decadenza, intorno al XVIII secolo tornò a
ripopolarsi,però
solo stagionalmente e non stanzialmente grazie all'attività di una
tonnara che attirò varie famiglie di pescatori, soprattutto
tarantine,che occuparono la penisoletta dell'attuale comune, allora
possedimento dell'agiata famiglia Muci di Nardò. Quest'ultima
acquistò e detenne il feudo sino agli inizi del XIX secolo,
anche dopo l'abolizione ufficiale del principio feudale. Il primo
nucleo stanziale si ebbe solo a metà '800. Successivamente il
frazionamento e la vendita dei
terreni a queste famiglie di pescatori qualche decennio prima della
fine del XIX secolo, permise lo sviluppo del primo impianto urbano.
Il centro continuò così a
svilupparsi e quando, alla fine del XIX sec. la popolazione venne a
contare qualche centinaio di persone, vi si costruì la chiesa
intitolata a S. Maria de Cesarea.

Il litorale di Porto Cesareo è molto frastagliato e vario: spiagge
sabbiose si alternano alle spianate calcaree dei terrazzi,
intervallati da golfi, insenature, speroni
rocciosi, scogli ed isolotti, come l'Isola Grande situata di fronte
al porto. La duna costiera ospita una fitta vegetazione arbustiva;
il giunco marittimo e la macchia
mediterranea sono i popolamenti vegetali più diffusi, che
complessivamente annoverano qui ben 200 diverse specie, tipiche
dell'ambiente costiero.
Particolarmente importante la presenza del limonio salentino, pianta
tipica del litorale pugliese. Altrettanto interessante la fauna,
contraddistinta da una notevole
varietà e da numerosi endemismi.
Sant'Isidoro (Nardò)
Il centro abitato, si è sviluppato soprattutto negli ultimi anni e
prende il nome dall'omonima torre cinquecentesca che si affaccia su
una lunga distesa sabbiosa.
Torre Sant'Isidoro [modifica]
Torre Sant'Isidoro è una delle numerose torri costiere di
avvistamento del Salento costruita da Carlo V, nel XVI secolo, per
difendere il territorio dagli assalti dei
Saraceni.
È costruita con blocchi di carparo regolari e si sviluppa su tre
livelli. Il piano terra, privo da accessi esterni, presenta una
struttura tronco-piramidale a base
quadrata. Gli ultimi due piani si sviluppano in verticale, con
struttura a parallelepipedo, ed un marcapiano nella parte superiore.
Il marcapiano presenta una serie di beccatelli e una caditoia per
ogni lato.
L'unico accesso è rappresentato da una maestosa scalinata che
conduce al primo piano e che è collocata sul lato opposto a quello
che da sul mare. Il locale
più ampio è quello collocato al primo piano. Da questo si può
raggiungere sia il piano terra, attraverso una botola, sia il
secondo piano, tramite una scala
ricavata su una parete laterale. Sul terrazzo è presente una piccola
guardiola. Comunicava a sud con Torre dell'Inserraglio e a nord con
Torre Squillace.
Attualmente la torre è di proprietà demaniale ed è utilizzata come
abitazione estiva. In passato è stata abitata tra gli altri dai
torrieri capitani Gian Camillo Levere
e da Gaetano Lauvè. Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. |